Avete presente quei post virali in cui ci si trasforma in una sorta di mini-giocattolo da scaffale, con tanto di accessori, pose buffe e sfondi caricaturali? Bene, gli Starter Pack generati da ChatGPT sono la nuova mania sui social. Un misto tra ironia da cameretta e nostalgia anni ’90, in formato digitale. C'è chi si immagina come attivista da manifestazione, chi come impiegato zen da open space, chi persino come influencer da fiera del bio. Sembra tutto divertente, innocuo. Ma lo è davvero?
La verità è che dietro ogni immagine creata si nasconde un piccolo, silenzioso salasso energetico. Uno studio della Carnegie Mellon University ha stimato che una singola immagine Starter Pack consuma l’equivalente energetico di una ricarica dello smartphone al 50%. Due immagini? Come una ricarica completa. E ok, uno può dire: “e allora?”. Il problema è la scala. Quando milioni di persone generano milioni di immagini, il conto non tarda ad arrivare.
E l’energia è solo una parte della storia. Ogni immagine richiede anche acqua. Sì, acqua. Per raffreddare i data center. Parliamo di 2-5 litri per singola generazione. Fate voi i conti su larga scala. E per chiudere il cerchio, ci si mette anche la CO₂: 1.000 immagini equivalgono, in termini di emissioni, a guidare per oltre sei chilometri. Per ogni action figure digitalizzata, una piccola ma concreta impronta sul pianeta.
Carlo Mancosu, in un bel pezzo pubblicato su Nova de Il Sole 24 Ore, ci ricorda che l’intelligenza artificiale può (e deve) essere un bene comune. Ma perché questo accada, bisogna anche imparare a distinguere tra l’uso creativo e quello compulsivo. Non possiamo ridurre uno strumento così potente a un generatore automatico di passatempo, o peggio, di inquinamento travestito da contenuto virale.
La rivoluzione dell’IA è qui, è affascinante, e non tornerà indietro. Ma se è davvero nostra, se è davvero pubblica, allora dobbiamo iniziare a usarla con consapevolezza. Per creare valore, non solo per divertire.
E quindi la domanda sorge spontanea: quanto siamo disposti a consumare – energia, acqua, tempo, attenzione – per vedere la nostra faccia trasformata in un pupazzetto virtuale?